giovedì 29 ottobre 2015

Il Quadrilatero

Ci fu un tempo in cui il calcio era davvero eroico, fatto di campi fangosi, trasferte in bicicletta e sigari come premi partita. Uno sport "non per signorine". In quel tempo quattro squadre dominavano dopo aver interrotto il dominio delle più nobili squadre delle grandi città: ProVercelli, Casale, Novara e Alessandria sono state la prima rivincita della provincia sulla città ed è grazie a loro che il calcio è divenuto uno sport popolare. Ora, grazie alle leggi del marketing sta tornando di proprietà di un'elite di avventurieri miliardari, ma questo è un altro discorso.
Per celebrare quel tempo, Lacuna Inc ha realizzato un film e io ne ho realizzato la locandina.
Buona visione.


venerdì 7 agosto 2015

Viola

Disegnare per un'altra squadra, per un tifoso, è sempre complicato. "Per fortuna la Fiorentina mi è sempre stata simpatica" ho pensato quando Mundial Magazine mi ha chiamato a disegnare per il lancio della nuova maglia viola, prodotta da LeCoq Sportif, a Londra. Quando poi mi ha spiegato che avrebbe voluto che disegnassi uno degli "Eroi Viola", le leggende della storia della Fiorentina, che sarebbero state esposte la sera dell'evento, è stato tutto molto facile. Perché ci sono alcune figure che sono universali, travalicano i colori e sono apprezzati da chiunque ami il calcio. Nella lista c'erano alcune scelte discutibili e un peccato mortale (l'assenza di Baggio) ma c'erano Socrates e Batistuta. Ecco, a me è toccato Batigol, il Re Leone: poteva andare peggio. Molto peggio. Per una sera, e solo per una sera, ho avuto il #CuoreViola.

Qui trovate la gallery completa: Eroi Viola su Behance



lunedì 3 agosto 2015

Per non dimenticare.

PER NON DIMENTICARE, si scrive. Ieri ho letto questa cosa scritta dal mio amico Michele David e ho capito che quello che bisogna non dimenticare sono i dettagli, le piccole cose, l'ora, i colori, gli eroi di un giorno perché il ricordo sfuma per natura e quando il ricordo sfuma si ammorbidisce, i lati più crudi svaniscono. Come dice De Gregori, "gli angoli del presente diventano curve della memoria" e questo non è giusto perché la strage di Bologna non è solo una commemorazione, un discorso, un "nondobbiamosmetteredicercarelaverità": una strage è fatta di morti, di parenti di morti, di danni e di colpevoli. Sono passati 35 anni e ancora i colpevoli si conoscono e, contemporaneamente, non si conoscono. Paradosso molto in voga, qui da noi.



martedì 21 luglio 2015

Andiamo a Berlino, Beppe!

Questa settimana su ZeitMagazin abbiamo provato a rendere meno noiosa questa estate senza calcio. Abbiamo ricordato i grandi momenti della storia del calcio e ne abbiamo aggiunti due, due "German moments", disegnati appositamente per ZM. Tor!




Einmal schnell durchs neue Heft geblättert
Posted by ZEITmagazin on Mercoledì 15 luglio 2015

domenica 19 luglio 2015

Notti magiche

Ho collaborato con Mundial Magazine per il numero dedicato ai 25 anni di Italia90. Sì, sono passati venticinque anni dal mondiale degli occhi spiritati di Schillaci, del giovane Baggio che taglia in due la difesa dell'ancora Cecoslovacchia, dell'Italia giovane e bella tradita dai rigori e dall'Uomo Ragno. Ma è stato anche il mondiale degli sprechi, dei costi gonfiati, degli stadi che stiamo ancora pagando e che non usiamo già più. Ecco, io, con il mio amico Simone Conte che ha scritto l'articolo, mi sono focalizzato su questo aspetto, perché quello di bello è successo in campo non cancelli quanto di brutto è accaduto fuori.

La rivista è acquistabile online qui.


sabato 6 giugno 2015

Ciao Sepp!!!11! < 3

Questa settimana sono "Featured Artist" su Kicks To The Pich, web magazine americano di calcio.
In home page, con me e il mio Johann Cruyff, ci sono le dimissioni di Blatter: sono soddisfazioni.

Grazie a Kicks To The Pich, in particolare a Princess Flores.

L'articolo completo qui:
http://www.kickstothepitch.com/featured-artist-osvaldo-casanova/


martedì 14 aprile 2015

Minchia, tre anni... (cit.)

Sono passati tre anni. Piermario Morosini, al di là delle cose che tutti hanno sentito, della generosità, della vita difficile in famiglia, della bontà d'animo, aveva una caratteristica rara per un calciatore della sua generazione. Nelle figurine Panini, accanto a cristianironaldi che ghignano sornioni e a maribalotelli perennemente incazzati, lui sorrideva. Ciao Moro.


mercoledì 14 gennaio 2015

In sella!

Il nostro lavoro rimane quello di disegnare. Quindi cosa succede se Selle Royal, complice un bel progetto che verrà svelato a breve, mette insieme una quindicina di illustratori, dei pennarelli e delle superfici bianche (in questo caso delle selle, ovviamente)? Che per un riflesso pavloviano ne personalizzeranno una a testa e l'azienda si ritrova con dei souvenir della giornata decisamente bellini. Ma il progetto lo sarà ancora di più, stay tuned.


Je suis Catherine Deneuve

I bravi disegnatori, e le brave persone, in questi giorni, si dividono in due macrocatergorie: quello che sono Charlie Hebdo e quelli che sbandierano di non esserlo aggiungendo a una discussione su una vicenda già complessa, una dissertazione altrettanto complessa su cosa sia la satira e su come la si debba fare, con quanti e quali paletti.
La faccenda, come tutte quelle che coinvolgono violenza e politica internazionale è, ripeto, estremamente complessa e probabilmente ne conosceremo gli aspetti più reali tra parecchi anni, se mai li conosceremo, ma nel frattempo io in sento Charlie Hebdo.
Gli unici due protagonisti certi di questa storia sono la paura e dei disegnatori morti, per questo io mi sento Charlie: nella maniera più semplice e banale possibile, per come mi sento vicino a quelli (che non oso chiamare colleghi, non faccio satira e non sono neanche lontanamente al loro livello, sono loro collega come posso essere collega di quelli che fanno i paesaggi all'interno delle pizzerie) che sono morti ammazzati per aver disegnato, non costruito bombe, non smerciato armi o organi di bambini, disegnato. Mi sembrerebbe logico e doveroso che lo fosse chiunque abbia mai tenuto una matita in mano.
Sul resto, poi, si può discutere. Sulle idee, sulle opportunità, sulla libertà, sull'immigrazione e l'integrazione, sullo sciacallaggio dei media e di alcuni politici, ma non è questo il luogo.
Di getto ho disegnato questo, tentando di sintetizzare quello che, secondo me, dovremmo continuare a fare. Ridicolizzare con le nostre armi la paura, l'uomo nero, che sia armato di kalashnikov o di idee liberticide, che sia fuori o dentro di noi. Del resto, sono caduti molti più re nudi che in armi.